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Maggio ad Alcamo, mese di pellegrinaggi al Santuario di Maria Santissima dei Miracoli

La sacra tradizione si perpetua dal 1547. Il Santuario sorge nel luogo in cui, come infatti si narra, il 21 giugno di quell’anno si verificò un evento miracoloso. Alcune lavandaie, di cui una cieca e una sorda, che si trovavano nei pressi del ruscello, colpite dai sassi lanciati dalla Madonna guarirono miracolosamente. Il giorno dopo, in quella zona si rinvenne un’antica edicola di quella che, un tempo, era venerata sotto il titolo “Santa Maria della Misericordia”.
Fu don Ferdinando De Vega, castellano e capitano di giustizia di Alcamo, verso la metà del secolo XVI, a far erigere, nel punto in cui avvennero i miracolosi accadimenti, un santuario. Dopo quasi cinque secoli, il culto verso “l’Arcamisedda Particulari”, popolare appellativo rivolto alla Madonna dei Miracoli, rimane forte, saldamente ancorato a questa tradizione in cui fede e folclore si mescolano, conferendo un’impronta identitaria all’alcamesità in chiave religiosa.
Quest’anno, l’atmosfera lungo le vie che conducono a questo luogo sacro è resa particolarmente festosa dall’installazione di luminarie, in particolare sulla via Discesa al Santuario e in corrispondenza della Fontana Araba, su iniziativa del Comune.
Con canti devozionali, recita del rosario, celebrazioni, offerte e omaggi floreali in onore della Madonna, particolarmente in queste settimane al Santuario la tradizione è, quindi, tenuta in vita con grande partecipazione popolare. Segno del fortissimo legame devozionale che gran parte della cittadinanza alcamese mantiene con la sua Patrona che è, appunto, Maria Santissima dei Miracoli.
In particolare, è oggetto di grande venerazione l’affresco raffigurante la Madonna dei Miracoli, ridipinto nel 1890 dopo un incendio e restaurato dal maestro Giambecchina nel 1963.
Annualmente, dal 19 al 21 giugno, tutta la città di Alcamo è in festa con una serie di manifestazioni religiose, culturali, musicali e svariati altri eventi ricreativi, per celebrare la Patrona. La cui sacra statua, opera di Lorenzo Curti realizzata nel 1720, è venerata nella chiesa Madre e portata a spalla in processione.

Il servizio video con l’intervista al rettore del Santuario, padre Benedetto Cottone

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