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Crisi idrica ad Alcamo, ancora proteste in Municipio. Aumentano, seppur di poco, i manifestanti. Ecco che cosa chiedono

Un gruppo di cittadini, nella mattinata di oggi, si è aggregato alla serie di manifestazioni, già avviate ad Alcamo dapprima al Bottino il 1° luglio e poi proseguite in piazza Ciullo all’ingresso del Municipio, a causa dei disagi provocati dalla crisi idrica.

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Dalla Regione siciliana, intanto, in questi giorni arrivano segnali in termini di politiche per fronteggiare le conseguenze della siccità.
Registriamo oggi la notizia riguardante l’ammontare di oltre un milione e mezzo di euro ai Comuni e ad altri enti territoriali per la manutenzione e l’acquisto di autobotti destinate al rifornimento idrico.
Si tratta dei primi contributi economici autorizzati dalla Protezione civile siciliana per contrastare la forte siccità che sta colpendo l’Isola. Sono oltre 200 le istanze pervenute sino ad oggi al dipartimento regionale, in base alle modalità indicate dal dirigente generale Salvo Cocina, e 109 gli interventi autorizzati già dal mese di maggio. Interventi che si inseriscono all’interno del Piano per l’emergenza idrica, per la cui realizzazione il presidente della Regione, Renato Schifani, è stato nominato commissario delegato.
La distribuzione delle somme è fissata in 977 mila euro per riparare 98 autobotti, 389 mila euro per acquistarne 10 usate e 167 mila euro per comprarne una nuova. “Per la maggior parte, quindi, si tratta di lavori di manutenzione di mezzi già nelle disponibilità degli enti – riporta la Regione nel proprio comunicato che riassume la ripartizione dei suddetti aiuti economici -. Il contributo per l’acquisto di un’autobotte nuova, invece, è stato concesso all’Unione dei Comuni paesi dei Nebrodi (Caprileone, San Marco d’Alunzio e San Salvatore di Fitalia). I Comuni di Agrigento, San Giovanni Gemini,  San Cataldo, Aidone, Castronovo di Sicilia, Caccamo, Patti, Caronia e Gioiosa Marea hanno ottenuto l’autorizzazione per le somme necessarie all’acquisto di autobotti usate in pronta consegna. Esaurite tutte le richieste per mezzi in pronta consegna, si procederà al finanziamento di contributi per autobotti nuove, ove i Comuni richiedenti e i fornitori assicurino tempi di consegna e di messa in esercizio compatibili con quelli dell’emergenza in corso e comunque, in linea generale, entro agosto/settembre”.

L’altra novità riguarda un progetto di riutilizzo delle acque reflue provenienti da Castelvetrano e depurate dall’impianto di via Errante vecchia. “Tali acque potranno essere riutilizzate per scopi irrigui nelle campagne delle province di Agrigento e Trapani“, infatti, come disposto da un decreto del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, che fissa anche le prescrizioni di carattere sanitario e i controlli periodici sulla qualità dell’acqua depurata da riutilizzare per l’irrigazione.
“Il volume annuo dell’acqua che si potrà mettere a disposizione delle campagne – dice l’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro – è stimato in quasi 8 milioni di metri cubi, un quantitativo importante in un momento di grave difficoltà per gli agricoltori siciliani a causa degli effetti della siccità. È un modello che si può riproporre anche in altre zone della Sicilia, soprattutto in quelle dove i campi sono più in sofferenza e dove ci sono impianti che si prestano, come a Ribera o come a Sciacca o a Bivona, nell’Agrigentino, in modo da dare serenità agli agricoltori. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti possibili tra quelli individuati dalla cabina di regia istituita dal presidente Schifani per reperire ogni risorsa disponibile, prestando estrema attenzione per garantire la qualità dell’acqua, in modo da tutelare i produttori agricoli, ma anche i consumatori finali”.
L’acqua proveniente dal depuratore di Castelvetrano, come fa sapere quindi la Regione, “sarà immessa nell’adduttore diramazione ovest del sistema Garcia-Arancio, che alimenta sia gli usi irrigui del Consorzio di bonifica 3 di Agrigento che quelli del Consorzio 1 di Trapani e interessa i territori dei Comuni di Sambuca di Sicilia, Sciacca, Menfi, Santa Margherita Belice, Partanna e Castelvetrano. Sono previsti analisi periodiche da parte del Comune di Castelvetrano, dell’Asp e dell’Arpa per verificare il rispetto dei parametri chimici di legge, con la sospensione immediata in caso di superamento dei valori limite. Il decreto stabilisce anche il tipo di utilizzo dell’acqua depurata nelle campagne, con il metodo dell’irrigazione a goccia”.

Alla serie di provvedimenti da parte della Regione siciliana, proprio oggi, si è aggiunto quello che prevede di utilizzare una nave cisterna della Marina militare per rifornire aree in crisi nelle coste dell’Agrigentino e del Gelese. “La soluzione è stata individuata dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina – dichiara la Regione in una nota, diffusa nel pomeriggio -, d’intesa con la Protezione civile nazionale su sollecitazione del presidente della Regione, Renato Schifani, per dare un sostegno ai centri più colpiti dall’emergenza idrica. La nave si trova ormeggiata ad Augusta, può trasportare fino a 1.200 metri cubi di acqua ed è pronta a salpare in base alle indicazioni sull’emergenza che arriveranno dalla Regione. Il porto di Licata è stato ritenuto ad oggi il più idoneo a seguito della verifica fatta da Aica, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento, uno dei territori più in crisi. Altre verifiche sono state disposte sui porti della costa agrigentina e nissena”.
Cocina, inoltre, ha richiesto a tutti i soggetti attuatori (Ati, Comuni, gestori, Consorzi di bonifica) un report urgente e dettagliato sullo stato di avanzamento degli interventi inseriti nel Piano in base al quale il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale stanziando i primi 20 milioni di euro.

Ieri la Regione ha affrontato, tra l’altro, problematiche relative alla necessità di “acqua per l’irrigazione di soccorso anche per i territori non serviti dal Consorzio di bonifica Agrigento 3”. Al riguardo, fa sapere che si è tenuta una riunione alla Prefettura di Agrigento, fortemente voluta, in particolare, dal presidente Renato Schifani, il quale commenta: “Si risolve in positivo una diatriba che ha visto contrapposti Comuni e agricoltori in una situazione che però è di emergenza per tutti. Grazie al lavoro svolto dai dirigenti generali del dipartimento regionale tecnico, Duilio Alongi, e del dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, siamo riusciti a trovare celermente una soluzione ai problemi sollevati dai Comuni di Villafranca Sicula, Burgio e Caltabellotta, dell’Agrigentino”. Regione, Prefettura, sindaci e rappresentanti delle aziende agricole e di Enel, che gestisce le dighe Prizzi e Grammauta, hanno concordato sui quantitativi d’acqua spettanti a ciascun Comune, sia per i territori consorziati sia per quelli liberi.

Il quadro della crisi idrica in Sicilia rimane complesso, intanto perché si deve far fronte ad un’emergenza climatica adottando strategie a lungo termine, che consentano a tutti i territori dell’Isola di essere preparati ad affrontare anche futuri scenari ancor più gravi. Lo scorso 2 luglio la Regione stessa ha annunciato che sono in arrivo in Sicilia “92 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie. Si tratta del primo stralcio di finanziamenti – ha spiegato – destinati ai 49 interventi, per complessivi 1,6 miliardi, inseriti nel Piano idrico della Regione siciliana, interamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (Pnsii)”.
La pianificazione regionale è stata predisposta, su disposizione del presidente Schifani, dal dipartimento dell’Agricoltura, di concerto con l’Autorità di bacino, il dipartimento acqua e rifiuti, Siciliacque, i Consorzi di bonifica Sicilia occidentale e Sicilia orientale. Il Piano è finalizzato alla programmazione delle opere necessarie all’approvvigionamento idrico primario, alla prevenzione della siccità, al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture, anche per accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni di acqua migliorando le reti di distribuzione.
“Con questa prima tranche di finanziamenti – ha affermato il presidente Schifani – metteremo subito in cantiere alcune delle opere programmate per affrontare un fenomeno che sta colpendo duramente la nostra Isola. È solo l‘avvio della mole di interventi che abbiamo previsto nel Piano di cui la Regione per la prima volta si è finalmente dotata con una visione sistemica d’insieme. Adesso si passa alla fase operativa, con le strutture regionali impegnate a realizzare senza indugi quanto previsto. Vigileremo affinché cittadini e imprenditori siciliani possano avere al più presto risposte concrete per colmare le annose lacune del nostro sistema idrico”.
Gli interventi prioritari nel Piano, come riporta la Regione, sono contraddistinti dalla classe “A”. “Tra questi – indica infatti il governo regionale -, le opere di automazione, controllo, modellazione e monitoraggio dell’infrastruttura idropotabile di sovrambito (il cui costo ammonta a 50 milioni) e la bretella tra il serbatoio San Leo e il potabilizzatore di Gela (11,7 milioni) per le quali il soggetto attuatore è Siciliacque spa. Sarà invece il Consorzio di bonifica 9 di Catania ad attuare gli interventi per la sostituzione della condotta metallica sul fiume Simeto in località Ponte Barca, con la quale vengono consegnati i volumi irrigui alle prese di quota a 100 e 56 metri sul livello del mare (costo 23,4 milioni). Un ulteriore intervento sul Simeto, in capo allo stesso Consorzio, prevede la manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento Contrasto per l’alimentazione del sistema irriguo (costo 48,8 milioni)”.

Per quanto concerne il territorio di Alcamo, l’amministrazione del sindaco Domenico Surdi ha già spiegato, nel corso dell’incontro svoltosi venerdì 28 giugno al Collegio dei Gesuiti, che il proprio obiettivo, intanto, è quello di recuperare almeno altri dieci litri al secondo di portata d’acqua corrente, mediante l’attuazione del progetto, da circa 300 mila euro, che prevede di migliorare il sistema di pompaggio delle sorgenti di Cannizzaro nel Partinicese. Ciò per alleviare almeno, in parte, i gravi disagi che la popolazione alcamese sta subendo in queste settimane a causa della crisi idrica. Un obiettivo che rientra nell’ambito del complessivo progetto, da quasi 4 milioni di euro già in precedenza finanziati, per la manutenzione e l’efficientamento della condotta di Cannizzaro. A breve termine, gli alcamesi si trovano a dovere sperare, almeno, nell’aumento di portata idrica disponibile da parte di Siciliacque. Nel frattempo, il Comune da questa settimana pubblica regolarmente sul proprio sito istituzionale i prospetti informativi riguardanti la turnazione idrica.

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