– Venerdì 10 GENNAIO 2025 – Dovranno stare ancora reclusi nel carcere “Pagliarelli” di Palermo, l’ex senatore Antonino Papania e Pasquale Perricone (da sinistra a destra nei due riquadri qui sopra), entrambi politici alcamesi arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Eirene” il 16 settembre scorso. La Corte di Cassazione, infatti, ha respinto la richiesta, avanzata dai difensori, di annullamento dell’ordinanza.
Nei giorni scorsi, era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per i tredici indagati, tra questi appunto Papania e Perricone, nel contesto dell’operazione condotta ad Alcamo e a Calatafimi Segesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e dalla Polizia di Trapani, con accuse a vario titolo.
Adesso, il ricorso presentato in Cassazione dagli avvocati Vito Di Graziano, Saro Lauria, Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli (dopo che il Tribunale del riesame di Palermo, ad ottobre, aveva respinto le istanze dei legali difensori per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere), dunque, è stato rigettato.
Il coinvolgimento di Papania anche nell’inchiesta su corruzione e truffa sui fondi Ue
Già nei guai giudiziari, in anni passati, per vicende sempre intrecciate con la politica, Papania tra l’altro, il 17 ottobre scorso era stato nuovamente al centro delle cronache riguardanti un’altra inchiesta in tema di corruzione e truffa sui fondi europei, avviata con un blitz della Guardia di Finanza. L’ex senatore alcamese, trovatosi a dovere rispondere dell’accusa di aver promesso posti di lavoro in cambio del sostegno politico, ha dapprima subìto un sequestro di denaro, oltre che la misura degli arresti domiciliari (anche se è già recluso in carcere per l’inchiesta “Eirene”).
Si sono trovati coinvolti nell’inchiesta anche altri politici della provincia di Trapani, per un totale di ventiquattro indagati: sarebbe emerso, secondo la Procura di Marsala e quella europea, l’uso di enti di formazione di Marsala come stipendifici, per remunerare avversari politici da portare dalla propria parte, o come bancomat a cui attingere per spese proprie.
Secondo gli inquirenti, anche il calcio avrebbe costituito un bacino di voti.
Poi, a novembre, il Tribunale del riesame di Palermo ha accolto quasi interamente il ricorso presentato dall’avvocato Vito Di Graziano contro il sequestro di soldi adottato nei confronti di Papania e del suo braccio destro Angelo Rocca.