– ALCAMO, sabato 1 MARZO 2025 – Emergono ulteriori dettagli, in riferimento all’indagine dei militari dell’Arma che ha portato ad arrestare, nei giorni scorsi, anche l’ex comandante della Polizia municipale di Castellammare del Golfo, Giuseppe Giordano. L’attività investigativa dei Carabinieri si era avviata nel giugno del 2023, da un’analisi effettuata dalla Procura della Repubblica di Trapani e riguardante un incremento, nel circondario, di reati contro il patrimonio, perpetrati mediante l’uso di social network.
L’attenzione degli investigatori si era quindi focalizzata su alcuni fascicoli di truffe, dove risultava indagato, appunto, un soggetto di Castellammare del Golfo. Le prime ed immediate indagini sviluppate dalla locale Stazione Carabinieri aveva fatto emergere l’esistenza di un circuito di individui che, approfittando dell’emotività e della fragilità delle vittime, mettevano a segno sistematicamente truffe ed estorsioni attraverso strumenti informatici.
Nel seguente video, il resoconto del comandante della Compagnia dei Carabinieri di Alcamo, Chiara Petrone
Svariate erano le tipologie dei raggiri attuati: a volte facendo leva su sentimenti di compassione, come nel caso dell’asserita necessità dei truffatori di dover far fronte a spese ospedaliere di figli minori, mentre in altre circostanze basandosi su più fantasiose rappresentazioni della realtà, come quella di essere un militare tedesco in servizio in Siria e avere inviato in Italia alla vittima una valigia contenente denaro e oggetti preziosi, per la cui consegna dovevano essere versati telematicamente alcune migliaia di euro.
Ancor più subdolo era il meccanismo delle svariate estorsioni emerse: le vittime, coinvolte in relazioni social sempre più intime e personali ed in condizioni di minorata difesa per l’uso dello strumento informatico, venivano costrette a effettuare bonifici on line con la minaccia di divulgare foto di contenuto esplicito, carpite mediante le relazioni personali istaurate attraverso lo schermo dei personal computer.
Determinante per lo sviluppo dell’indagine è stato l’intervento dei Carabinieri della Sezione Criptovalute del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, che ha permesso di tracciare le numerosissime transazioni internet con le quali venivano investiti in bitcoin i capitali illeciti ottenuti. Operazioni finanziare che, in alcuni casi, sono state scoperte anche attraverso strumenti di cooperazione internazionale, come nel caso dello scambio di informazioni di polizia su piattaforma SIENA (Security information exchange network application) di Europol instaurato con i collaterali dell’isola di Malta.