Organizzati, come ogni anno, dalla parrocchia Sacro Cuore di Gesù, i festeggiamenti in onore di Maria Santissima dell’Alto sul Monte Bonifato quest’anno si svolgono con un programma nuovo. L’area del Santuario della Madonna dell’Alto, infatti, attualmente è in parte un cantiere di lavori, pertanto la tradizionale messa prevista domani alle 10.30 con il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, sarà celebrata nell’area picnic. A seguire, la processione lungo la strada che collega le due piazzole Funtanazza e Madonna dell’Alto.

Possiamo leggere qui una serie di cenni storici a cura di Carlo Cataldo. Più ampie notizie sono contenute nelle sue opere “Accanto alle aquile” (1991), “I giardini di Adone” (1992), “La conchiglia di S. Giacomo” (2001).
Le prime notizie riguardanti il culto di Maria Santissima dell’Alto risalgono al 1558 e al 1583. Già allora la chiesa era meta sia di pellegrinaggi per implorare la pioggia nelle siccità, sia di viaggi penitenziali. In questi viaggi, detti “Vie Sacre”, si sostava e si pregava dinanzi a ognuna delle 14 “figurelle” (edicole della Via Crucis), erette nel 1703 sulla via che portava alla vetta del Bonifato. Sino ai primi del ‘900, qualche devoto compiva questi viaggi, recitando “lu Rusariu di Madonna di l’Autu”, con povere orfanelle poi convitate in casa sua.
Secondo una tradizione, l’immagine della Madonna fu trovata “in basso sito e quasi al suolo dipinta” (forse perché interrata da frane murarie). Desiderando un devoto erigerle un altare, essa si alzò da terra. Il miracolo avvenne nel 1643: in quell’anno risulta una Congregazione di Santa Maria dell’Alto, “composta di notabili, preti e popolani”, che, per secoli, l’8 settembre distribuì “il necessario alimento” ai poveri venuti in pellegrinaggio alla chiesa. Questa, dal 1653, fu – come dal 1547 quella di Maria Santissima dei Miracoli – giurepatronato dell’amministrazione civica.
L’attuale chiesa sorse nel 1930. Sono scomparse la pittura originaria e la statua lignea del 1644. Vi si trovano la pittura su lamiera, eseguita da Liborio Mirabile e restaurata nel 1939 dal sacerdote Francesco Alesi, e la statua lignea scolpita nel 1933 da Giuseppe Ospedale; oggi è processionata quella scolpita da Luigi Santifaller di Ortisei (Bolzano) nel 1950.
Fino agli 30 del ‘900, per la novena di Maria Santissima dell’Alto, nella via Santissimo Salvatore e dintorni si apprestavano altarini stradali, ornati a sera da multicolori lampioncini di carta, posti anche a porte, finestre e terrazze di case urbane e di residenze di villeggianti. La sera del 7 settembre, con fiaccole, moltissimi devoti si recavano alla chiesa. Nelle vie e nei campi ardevano le “vampate”, che oggi si accendono anche sul lido di Alcamo Marina, per passare in veglia la notte. La mattina dell’8, nella chiesa di Maria Santissima dell’Alto si celebrano le Messe, poi una processione e un recital di poesie chiudono la festa”.


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Di Massimo Provenza

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