– ALCAMO, mercoledì 27 NOVEMBRE 2024 – Una vasta serie di operazioni dei Carabinieri forestali in tema di prevenzione e repressione dei reati ambientali è stata concretizzata ad Alcamo e in altri Comuni situati in provincia di Palermo, nei confronti di 16 soggetti e di 6 persone giuridiche, che devono rispondere della grave accusa di aver partecipato, a vario titolo, ad un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Al riguardo, il lavoro degli inquirenti ha infatti portato i Carabinieri forestali del Centro anticrimine Natura di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo, a dare esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo.
Le operazioni si sono svolte prevalentemente ad Alcamo, ma hanno investito anche la provincia di Palermo con obiettivi anche nei Comuni di Borgetto, San Giuseppe Jato, Partinico, Bagheria nonché a Palermo.
Avviate dal Nipaaf (Nucleo investigativo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale) di Palermo nel febbraio del 2019 e proseguite fino al dicembre 2020 sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale operante nel settore della raccolta, del trasporto, della gestione, del recupero e dello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Tali rifiuti – tra cui parti anche meccaniche di autoveicoli, batterie al piombo, rottami ferrosi, metalli non ferrosi, imballaggi metallici, apparecchiature elettriche ed elettroniche – venivano conferiti negli impianti su cui si sono concentrate le indagini degli inquirenti, sia da soggetti privati, sia da ditte non autorizzate alla raccolta e al trasporto, privi dei Fir (ossia del formulario di identificazione dei rifiuti) e – senza alcun tipo di trattamento – venivano miscelati tra loro per poi essere ceduti – a titolo oneroso – come rifiuti ferrosi non pericolosi. La quantità di rifiuti oggetto di traffico, per il solo periodo di indagini, è stimata in oltre 3 mila tonnellate, per un ingiusto profitto quantificato in oltre 300 mila euro.
Le indagini, svolte anche con l’ausilio di attività di natura tecnica, hanno portato al sequestro di due aziende del settore, affidate ad un amministratore giudiziario nominato dall’Autorità giudiziaria, al sequestro di 16 autocarri utilizzati per tali traffici, nonché al sequestro di somme pari a 153 mila euro. Al momento, non sono resi noti i nomi dei soggetti e delle aziende coinvolte. All’interno di una delle ditte, durante l’esecuzione del provvedimento di sequestro, sono stati rinvenuti 300 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi che non avrebbero potuto fare ingresso all’interno dell’azienda stessa, in quanto non autorizzata al loro trattamento. Tra i rifiuti erano riconoscibili autoveicoli non bonificati, completi di plastiche, vetri, apparecchiature elettroniche, nonché residui di olii esausti, morchie e vernici già in parte convogliate all’interno dei canali di scolo delle acque di prima pioggia, con conseguente ed evidente danno all’ambiente.
Il servizio video